Davide Matera: Isaac B. Singer, Shosha, un invito alla lettura

Non amo suggerire letture. Credo che la scelta di un libro sia una cosa personale, intima, un rapporto esclusivo tra il lettore e l’autore. Ma da anni, forse da sempre, mi torna in mente questo titolo. Fu un libraio illuminato a suggerirmelo. Era un incantevole baratto: io, neanche ventenne, davo lezioni di violino alle sue […]

Davide Matera, Ad un amico che tenta il suicidio; il sole come metafora. (…)

La scrittura come veleno. Ogni traccia, ogni testo, in fondo è sempre un testamento. Nei secoli, per contrade poco rassicuranti, ogni crocevia una sospensione di giudizio, un esitare doloroso, tempo rubato all’esistenza. Poco fa dicevi che il mondo reclama vita, ricordi? E adesso muori per un amore. Ho parlato a un amico che tenta da […]

Davide Matera, Ho rubato il tuo primo urlo ribelle.

Ho rubato il tuo primo urlo ribelle Alle pareti spesse  di cemento che ti separavano da me Ho sentito, in tutta la sua primigenia forza La natura che si rinnova, che afferma sempre e Prepotentemente la bellezza Tu che hai scelto il pallore accecante e misterioso della luna nuova a simboleggiare il tuo arrivo La saggezza astrale […]

Davide Matera, Sulla sacralità degli “Animali” e la bestialità degli uomini.

Studio, ho messo su della buona musica che mi aiuta a concentrarmi e riflettere. La “mia” gatta è nella stanza, godiamo dello stesso tepore, fuori piove e fa freddo, qui si sta bene. Tornando a casa ho visto un cane randagio sotto la pioggia, e mi si è stretto il cuore, nessun essere vivente dovrebbe […]

Davide Matera, Variazioni Goldberg, “La filosofia elude le domande fondamentali” (frammento)

Bach mi ripulisce sempre, mi resetta. Non sempre è stato così. Dopo l’abbuffata degli anni giovanili non ho più potuto ascoltarlo; per molti anni. Non riuscivo più a sopportare il carico di umanità unita a quel dolore camuffato che solo un credente, luterano e di quel tempo, poteva portare dentro di sé. Bach questo dolore […]

Davide Matera, Sotto lo sguardo benevolo della luna 

Quando ero giovane facevo voli pindarici, così diceva sempre mio padre, e il tempo era quello, invincibile Nike o dio dell’olimpo, Kafka in attesa dell’amata Felice tra le viuzze di Malà Strana, sgattaiolando nottetempo tra neve e tepore d’alcolici. Così ero in quel tempo, un tempo lontano che sembra mai essere esistito, agghindato di giovinezza, […]