Quando ero giovane facevo voli pindarici, così diceva sempre mio padre, e il tempo era quello, invincibile Nike o dio dell’olimpo, Kafka in attesa dell’amata Felice tra le viuzze di Malà Strana, sgattaiolando nottetempo tra neve e tepore d’alcolici. Così ero in quel tempo, un tempo lontano che sembra mai essere esistito, agghindato di giovinezza, poeta della notte, l’amore nelle tasche. Erano voli pindarici quelli dell’alba della vita. Si esitava, quasi la luce non dovesse arrivare mai, signore incontrastato del crepuscolo, ignaro e strafottente viaggiatore del mondo.
Quando ero giovane facevo voli pindarici, come mai m’attendesse l’arrivo, inarrestabile Putsch a nocumento della vita. Quella stessa vita che intanto scorreva, ignari compagni di viaggio io e lei, teneri e silenziosi amanti. E poi la neve, sulla mia testa nuda e impertinente, l’odore dell’umanità chiassosa, lo sguardo stupito del viandante in una terra straniera e fin da subito adorata.
Di volo in caduta mi sono perso nell’astuzia bugiarda del tempo, nella smania di una giovinezza che dura lo sciogliersi di neve al suolo. In quest’inganno, con me perso nel vuoto del presente, volo senza più ali, in questo arrancare buffo e penoso, testimone unico della mia vita, delle mie umane illusioni, compagne spurie della mia spuria esistenza.
Come onda mi rifrange il passato, e mi bagna, luce stellare, tempio inviolato del mio breve e meraviglioso passaggio sul pianeta.
Questa notte io e i miei gatti dormiremo sotto lo sguardo benevolo della luna.
A Signora, Hei, Pizzi, Giulietta, Nerino e Miele, Romeo, Nerone, Trilli, Fiocco, George, Duncan MacLeod, Pongo, Oliver, Mascherina e Merlino.
MNR, 3 Giugno 2019, a notte fonda

Complimenti Davide, davvero straordinario… Di una potenza emotiva strabiliante alla quale non puoi non cedere.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie
"Mi piace""Mi piace"