Lucius Errante, La politica fixé à l’existant e il catechismo della “bit generation”

Pensare la politica non serve. Pensare non serve più.

Nei Social si addensano tanti autorevoli e preparatissimi politologi, fior di commentatori politici che affrontano dall’alto dei loro autorevoli blog il dibattito politico spiegandocelo, imboccandoci amorevolmente ogni giorno con utili e preziose raccomandazioni sul buono e sul cattivo di turno, che ci indicano sempre la retta via (come faceva un tempo il buon vecchio parroco al catechismo).

Da questo modello di internauta, nominalmente di sinistra oppure di destra (ancora nominalmente), Che Guevara o Evola 2.0, impegnato e brillante, ironico ed erudito insieme, zòon politikòn della “bit generation” – nonostante le apparenze, ahimè, spessissimo ex parte principis, fixé à l’existant – abbiamo tanto da imparare.

Sono e saranno questi pixellati nipotini di Bobbio, Sartori, Mosca a darci lumi sulla condizione politica italiana attuale e futura, a indicarci la strada maestra, sperando che un po’ della luce che pervade le loro lucide analisi politiche tocchi per fenomeno di rifrazione, come in un arcobaleno, anche noi. 

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