Ho sistemato la tua immagine, ci sono riuscito, anche se adesso è un po’ obliqua, c’è; spenta non è.
Hai i capelli più lunghi, un maglione forse nero o comunque scuro, sfondo quasi bianco, c’è risalto e forte contrasto.
Io parlo al vento; credo almeno di parlare, ma scrivo, e il destinatario non c’è, almeno per ora, forse non c’è mai stato; attraverso tutte le sere semafori prima rossi, poi verdi, ma potrei anche accostarmi a fianco della strada e aspettare che il verde ritorni ad essere rosso; e così via, per lungo tempo.
La vita spesso è così, ci sono tempi in cui tutto rallenta quasi ad esitare tra il continuare o il mutare direzione.
Abbiamo scherzato, niente di fatto. Ti posso vedere, labbra sottili, bocca ben disegnata, larga, il profilo arcaico, tagliente, occhi grandi, bellissimi e incredibilmente espressivi; tutto partecipa all’evento che tu sei, ogni piccolo dettaglio, ogni sfumatura mi si presenta giorno per giorno.
Ridi, rifletti, sei triste, ascolti? non è facile capirlo; sei lì immobile, fuori dal tempo come qualcosa arrivata da lontano, da un mondo impenetrabile.
Questo mi rapisce; non importa adesso chi pensi ch’io sia, perché scrivo queste cose; questo è ciò che io sento nell’intimo e so di perderti in partenza, di non doverti considerare come realtà concreta; in effetti tu non ci sei, non ci sei mai stata e mai ci sarai.
Tu vivi in altre dimensioni, lontano lontano, lontanissimo (weit entfernt, in großer Entfernung befindlich)
Ti amo profondamente
3 luglio 1997 MNR
