Avevo il caffè sul tavolo,
e mi pareva non finisse mai di guardarmi
l’uomo con l’occhio guercio,
di sguardo cattivo,
ma solo all’apparenza.
Orientavo le mie mani in senso orario
tra i granelli splendenti di zucchero:
“sembrano tutti soli quegli uomini”
e mi ritraevo per scommessa
dagli sguardi lontani e vagheggianti.
Si, non era cattivo quello sguardo,
era solo guercio contro sua volontà
e mi guardava,
e pareva volesse dirmi qualcosa.
Innsbruck 2 Marzo 1989