Immaginate di essere albero, pianta o animale di bosco, anno dopo anno carbonizzato dal virus più spietato esistente sulla faccia della terra.
D’essere un animale sgozzato con inaudita violenza. Di vedere scorrere, in preda al terrore, il vostro sangue nel puzzo di un macello per soddisfare rozzi palati di uomini senza pietà e il cui inevitabile fine è cacarvi dopo avervi digeriti; di vedervi mancare il suolo che vi ha sempre ospitati per l’ingordigia senza pace dell’animale verticale.
Di vedervi strappare i vostri figli perché indesiderati e scomodi. Di sentirvi in gabbia, antichi figli della terra libera, legati a macchinari da ricercatori occhialuti che senza pietà vi usano come cavie da laboratorio.
Un Olocausto infinito.
