Bach mi ripulisce sempre, mi resetta. Non sempre è stato così. Dopo l’abbuffata degli anni giovanili non ho più potuto ascoltarlo; per molti anni. Non riuscivo più a sopportare il carico di umanità unita a quel dolore camuffato che solo un credente, luterano e di quel tempo, poteva portare dentro di sé. Bach questo dolore lo camuffa mirabilmente, ma amare Bach significa intravederne l’angoscia che si nasconde dietro ogni nota. Questo è l’uomo, una scheggia di luce proiettata verso l’oscurità. La storia dell’umanità è la storia di un inarrestabile macello, siamo carne da macello, questo siamo; miliardi di volti, nomi, storie, amori, sofferenze, gioie, tenerezze, crudeltà.
Una storia dell’umanità è una storia sempre in perdita. Il senso, quello rimane il mistero. Mi scrissi a Filosofia nella speranza di ottenere qualche risposta. Ma a conclusione degli studi la risposta non è mai arrivata. I filosofi eludono miseramente il problema fondamentale della vita, il senso del nostro venire al mondo, del nostro morire. Da ateo trovo più interessante quello che propone la religione; la resurrezione, la reincarnazione, il ritorno alla luce; sono risposte consolatorie, ma in questa merda di situazione è meglio che niente. La filosofia non consola, con buona pace di Boezio, la filosofia non consola. La filosofia elude le domande fondamentali.
Grazie
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