No. Non ho potuto.
Non avrei mai violato il tuo
Candore straniante
La tua impercettibile vena
Ribelle
Per anni ho cercato un perché
a tutto
E quel tutto si rivelava
Furore e caotici ricordi
Non ho voluto farlo
Non avrei mai
Profanato il mistero della tua vita
Il perpetuarsi stanco e lento
Dei tuoi pomeriggi alcolici
Delle tue manie primitive
Delle tue torbide parole.
Non avrei mai
Detto: “ecco sono l’uomo che cercavi
Fa di me uno zerbino su cui
Vomitare le tue sentenze
Sono il tappeto dalle ricche sembianze
Il rigolo di stoltezza su cui
Lasciare scorrere i tuoi errori”
Non ho potuto e non ho voluto
Soprattutto perché niente
Mi legava più a te
Niente mi avrebbe più
Ricordato le tue
Umide labbra
Niente mi avrebbe più condotto
A quel falso nome
Che pronunci come
Sibilo di serpe
Unica presenza di vita
Nella tua perfetta
Ed esemplare inesistenza.
MNR – 2010