Ho iniziato a comporre la trenodia nei giorni più bui della pandemia di Sars-CoV2. Giorni in cui il mondo degli uomini sembrava perdere le sue pur fragili certezze. Le fosse comuni, i camion militari pieni di bare, le città deserte, il terrore nei racconti dei protagonisti. I medici e il personale ospedaliero stremati dall’enorme e drammatica quantità di lavoro piombatagli addosso, armati quasi solamente di umana pietas. E poi i tanti morti, troppi, soprattutto anziani costretti, nel momento più terribile della propria vita, a non trovare conforto in una carezza, in un sorriso, nel calore della mano di una figlia, di un fratello.
Questa composizione è dedicata a loro e ai tanti che hanno combattuto in prima linea per salvare quante più vite possibili.
Davide Matera, 8 maggio 2020